La storia del CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) è
strettamente intrecciata con quella del PRORA (PROgramma nazionale
di Ricerche Aerospaziali), entrambi voluti dallo Stato Italiano con
apposite delibere e leggi.
Tutto comincia il 20 luglio 1979, quando lo Stato Italiano, con
delibera CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione
Economica), creò il PRORA, con l'obiettivo di dotarsi di
infrastrutture di ricerca e di competenze altamente qualificate per
favorire la crescita di competitività del sistema paese in un
settore altamente strategico come quello aerospaziale.
Il CIRA nasce invece nel luglio 1984 come società consortile per
azioni (tra le maggiori industrie aerospaziali italiane e la
Regione Campania, tramite il Consorzio per lo sviluppo delle aree
industriali di Caserta)
Nel 1989 (con Legge 89/184) la realizzazione e gestione del PRORA
fu affidata alla società CIRA S.c.p.A., conosciuta più
semplicemente in Italia e all'estero come CIRA o Centro Italiano
Ricerche Aerospaziali.
Nel 1991 (Legge 46/91) fu definito il contributo dello Stato alle
spese di gestione del programma PRORA, fissato in 40 miliardi di
lire annui. Si stabilì pure che i risultati di esercizio positivi
fossero accantonati per essere reinvestiti in ambito PRORA. Sempre
nel 1991 furono redatte e approvate le convenzioni tra Ministero
del Tesoro e CIRA per la corresponsione dei finanziamenti di cui
alle leggi 184/89 e 46/91.
Nel 2000, con Decreto Interministeriale, fu approvata una proposta
che prevedeva, accanto ai grandi impianti, la realizzazione di
"laboratori volanti" (poi battezzati USV e FLARE).
Nel 2005, infine, venne introdotta una nuova linea programmatica,
quella elicotteristica, che si affiancò a quelle già esistenti di
aeronautica e spazio (D.I. del 24 marzo 2005).
In base a tali leggi e decreti attuativi (DM 305/1998 e D.I.
MIUR/MEF del 3 agosto 2000) il CIRA è oggi una Società Consortile
per Azioni a maggioranza pubblica (l'Agenzia Spaziale Italiana, la
Regione Campania e il Consiglio Nazionale delle Ricerche detengono
il 68% delle azioni, mentre la restante parte delle azioni è
posseduta dalle principali industrie aerospaziali italiane).
In termini economici, lo Stato Italiano ha investito nel PRORA -
dalla nascita ad oggi - circa un miliardo di euro in infrastrutture
di ricerca e in crescita di competenze uniche al mondo, un
patrimonio prezioso di proprietà dello Stato gestito e manutenuto
dal CIRA stesso con un contributo statale annuo pari a 24,2 milioni
di euro (così fissato nella Legge finanziaria 2008).
In particolare, sono stati realizzati tre impianti unici al mondo
per prestazioni: il LISA, dedicato alle prove di impatto per
migliorare la sopravvivenza in caso di crash di aerei ed
elicotteri; il PWT, che permette di simulare le condizioni estreme
che si verificano al rientro dei veicoli spaziali nell'atmosfera e
l'IWT, che consente di verificare le condizioni di formazione di
ghiaccio sulle superfici degli aeromobili per prevenirle,
migliorando la sicurezza del volo. Per la loro unicità e le
competenze acquisite dal CIRA, giungono ormai da tutto il mondo
richieste di utilizzo per effettuazione di test in questi
impianti.
Da sottolineare che i risultati di esercizio positivi ottenuti
anche grazie alle attività svolte al CIRA per conto terzi (nel 2009
pari a circa 7 milioni di euro) sono accantonati e reinvestiti,
andando ulteriormente ad incrementare il patrimonio dello Stato nel
PRORA.
Per maggiori informazioni visitare il sito: www.cira.it
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